23 aprile 2007

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Un film sulla virilità che non può lasciare i miei ormoni femminili indifferenti...
Visivamente oltre ai copri statuari che rende il mio essere femmina alquanto inquieta e perplessa domandandomi dove posso trovare cotanta virilità e perfezione non a caso GRECA, popolo cultore della bellezza fisica, ma visivamente interessante per altri motivi anche se nella mia mente predominano i ricordi di petti perfetti nudi e gambe possenti.
Ma sorvoliamo la mia tempesta ormonale per un attimo.
L'atmosfera è buia e pesante ma dove pecca di troppa enfasi la narrazione orale quella visiva è surreale e catapulta lo spettatore in un tempo e luogo inesistente perché lontano da collegamenti visivi storici o paesaggistici.
Le immagini sono scure ma forti i particolari sottolineati con colori vivi come il predominante rosso sangue dei mantelli dei soldati del sangue.
Un film sanguinario ma con accenti spettacolari.
Innumerevoli le immagini impressionanti alle mente e alla fantasia che rendono la storia efficace e interessante.
Sparta una delle societa greche più interessanti fondata sul valore bellico e una societa oligarchica. Città fatta di uomini nati per essere soldati e morire e vivere da soldati. Città dove l'imperfezione non veniva perdonata e per strana contrapposizione enfatizzante daal'ugualità degli uomini ma i perfetti e per principio una città molto moderna.
Il film rende i tratti bellici di Sparta molto chiari e la loro determinazione e supremazia altrettanto reale. Le scene delle tecniche di combattimento sono minuziose nei particolari. Ma credo la forza del film non sia la storia o il confronto tra perfezione e il suo opposto o la descrizione orrida e politicamente scorretta dei persiani. La forza del film sono i momenti visivi di una fotografia perfetta.
L'immagine delle pioggia contro lo scudo spartano del suo sovrano o lo slow motion delle mosse belliche dei soldato spartani che assomigliano a una danza lenta e feroce resa indimenticabile dalla perfezione dei corpi spartani e lo storpiamento dei persiani resi inguadabili.La danza voluttuosa del giovane oracolo avvolta dal fumo che sembra faccia all'amore con la fanciulla e il suo orgasmico movimento mentre viene posseduta dalla visione del futuro.
Il rosso e rilassato mantello spartano che avvolge e travolge il nemico.
L'oscurità della narrazione visiva che rende il tempo un'eterna notte fatta di mostri.
Anche le urla di incitamento degli spartani tuonanti e virili rendono il film un'apoteosi dell'essere maschio.
Affascinata dal tutto mi rende ancora piu eccitante la presenza di Rodrigo Santoro scelto per dare vita al re Persiano che per bellezza e perfezione fisica si crede un Dio. Sproporzionato nella sua grandezza fisica e echeggiante nel suo camminare rende l'idea che sia immortale e non umano credibile.
Il film è rimbombante nei suoni anche i meno significanti come il rotolio delle pietre che scivolano sotto i piedi del sovrano spartano mentre arrampica il monte nella sua maestosa mascolinità.
Il tutto mi fa pensare solo ad una cosa, ma forse sono solo i miei ormoni impazziti, quelli si che erano i tempi in cui gli uomini ernai uomini e la virilità non era acqua ma bensi una fiamma portata alta.
Come può lasciare indifferenti un esercito di corpi perfetti sudati e estremamente possenti?
In ogni caso forse il film è piaciuto solo al mio ormone ma nonostante tutto vale la pena vederlo per la narrazione visiva.
Io non ci ho dormito la notte ma i miei pensieri erano dettati dall'ormone...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

W gli ormoni, allora.
Ma i GRECI dicevano anche

Ou fileoo megan strateegon, mee dediapeepligmenon
oude bostruchoisi gauron, meed upexureemenon
alla moi smikros tis eiee kai peri kneemas idein
roikos asfaleoos bebeekos alla kardiees pleos

Anonimo ha detto...

Ma...

Ogni superuomo, ogni eroe, per quanto sia epico, ogni genio, per quanto sia possente, è l'espressione prodigiosa di una razza e di un'epoca solo perché è composto ad un tempo di elementi maschili e di elementi femminili.

Anonimo ha detto...

Aaah, vedo che dai corpi sudaticci, dalle paturnie infoiate siamo arrivati alla succosa mistica coitale e finalmente a Valentine de Saint Point, l'ammiccamento orgoglioso del basso-pube nel mondo degli impeti letterario-filosofici di un esaltato amplesso grondante di succhi lisergici.
Questa è lussuria programmatica!
Allora diciamola tutta: "Non è la lussuria che disgrega e dissolve ed annichila, sono piuttosto le ipnotizzanti complicazioni della sentimentalità, le gelosie artificiali, le parole che inebriano e ingannano, il patetico delle separazioni e delle fedeltà eterne, le nostalgie letterarie, tutto l'istrionismo dell'amore. Distruggiamo i sinistri stracci romantici, margherite sfogliate, duetti sotto la luna, tenerezze pesanti, falsi pudori ipocriti. Che gli esseri, avvicinato da un'attrazione fisica, invece di parlare sclusivamente delle fragilità dei loro cuori, osino esprimere i loro desideri, le preferenze dei loro corpi, e presentire le possibilità di gioia o di delusione della loro futura unione carnale.
La lussuria è una forza perché non conduce mai all'insipidezza del definitivo e dalla sicurezza che vengono dispensate dalla defatigante sentimentalità. La lussuria è la perpetua battaglia mai vinta. Dopo il passeggero trionfo, nello stesso effimero trionfo, è l'insoddisfazione rinascene che spinge l'essere, in una orgiastica volontà, a espandersi e superarsi. La lussuria è per il corpo ciò che lo scopo idelae è per lo spirito: la Chimera magnifica e, sempre afferata, mai presa, e che gli esseri giovani, e quelli inebriati di lei, inseguono senza posa. La lussuria è una forza".

Chi sei tu?